KOK - Kollettivo Orafo Kontemporaneo è un gruppo di autrici e autori di gioielli contemporanei. Nato nel 2022, vi confluiscono da tutta Italia, e non solo, orafi, modellisti, incisori, designers, scultori, con le loro tecniche tradizionali, moderne e sperimentali, metalli preziosi e non preziosi e di altri materiali quali carta, cartapesta, cartone pressato, gomma, legno, plastica, plexiglass e materiali di riuso.

Una commistione di tecniche: cera persa, cesellatura, disegno in 3D, Keum-Boo, incassatura, incisione all’acquaforte, incisione a bulino, Mokume Gane, smaltatura, traforo.

Dalle esperienze e dai modi di creare molto differenti fra loro, i 12 del KOK sono accomunati dalla volontà di esprimersi su temi di attualità quali, ad esempio, l’Intelligenza Artificiale, la Sostenibilità, la Guerra.

Fra gli scopi del KOK, diffondere la conoscenza dell'arte del gioiello contemporaneo tramite mostre, partecipazione a eventi, manifestazioni pubbliche e private in tutta Italia e in Europa.

KOK – Kollettivo Orafo Kontemporaneo: le autrici e gli autori
Maria Elena Abbate, vive e opera a Ferrara. Autrice di ornamenti contemporanei, crea gioielli dalle forme, textures e colori di grande impatto. Si ispira a correnti artistiche come Art Déco, design italiano del Novecento, alla scuola orafa di Padova, ma anche a suggestioni orientali e dettagli della vita quotidiana. L'emozione dello studio di una forma nuova, del fuoco che dà forma al metallo, delle superfici di materiali come legno, cemento, vetro, gomma, pietre, è un continuo stimolo al miglioramento e all'evoluzione.

Marco Aschi è un orafo artigiano romano che vive e opera nel borgo medievale di Sacrofano (RM), dove risiede il suo studio condiviso Questione di Arte. Maestro d’arte orafa, predilige la lavorazione dei metalli da lastra, combinando tecniche tradizionali come il bulino, il traforo e la cera persa. Negli ultimi anni ha sperimentato diverse tecniche artistiche, fondendo scultura, pittura e oreficeria per creare gioielli unici. Le sue opere prendono forma ispirandosi a mitologia, simbolismo ed elementi della natura, trasformando il metallo in narrazioni visive che evocano significati senza tempo. Tra le sue creazioni più significative, il ciondolo "Lux Spei", dedicato al Giubileo 2025. La sua ricerca artistica unisce artigianalità, sperimentazione e innovazione, rendendo ogni creazione un pezzo esclusivo e ricco di significato.

Enza de Pinto, pugliese, si occupa di tecniche orafe e formazione professionale in Italia, Brasile, Colombia, Turchia e Stati Uniti con specializzazione nella modellazione in cera. Dal 2008 è docente IED e nel 2022 e 2024 in Accademia di Belle Arti di Bologna. Destrutturare, sperimentare e al tempo stesso stare in equilibrio fra idea e realizzazione tecnica per gioielli come metafore ispirati dalla vita che si evolve in equilibrio armonico facendo trasparire emozioni e dettagli nascosti. Metalli preziosi e pietre naturali uniti a materiali come vetro, pietra e cartapesta creano inaspettati racconti di vita.

Stefano de Robert, romano, vive a Orbetello, dove ha il suo laboratorio e negozio. Crea gioielli contemporanei usando traforature tradizionali fiorentine in un contesto geometrico, con grande attenzione alle proporzioni e all’indossabilità dei gioielli. Meccanismi che fanno aprire e chiudere suggestivi pendenti, catene complesse e morbidissime. Il risultato è una sorprendente fusione di antico e moderno, raffinate geometrie minimal e preziosità, morbidezza e perfezione.

Adriana Del Duca, italo venezuelana, vive a Napoli. Disegna e realizza gioielli grazie all’uso di linguaggi, materiali e tecniche contrastanti riuscendo a coniugare al contempo passato e futuro.
Le sue creazioni sono il frutto di un’accurata ricerca di significati ai quali si ispira. Il suo brand di nicchia ‘Genos gioielli’ ci offre geometrie dai volumi importanti realizzati in fusione a cera persa, in lastre lavorate a mano oppure disegnati in 3D.

Simona Della Bella, vulcanica artista milanese del gioiello. Mente e mani si muovono in un continuum di emozioni legate all'idea di tempo. Gli "artificialia", protagonisti delle sue originalissime opere, sono antichi orologi e loro parti, come casse o ingranaggi. Le tecniche sono quelle antiche come la microscultura e la fusione in cera, reinterpretate in chiave contemporanea; antiche memorie di famiglia che diventano, col massimo stupore del committente, pezzi contemporanei.

Paolo Mangano, orafo e scultore romano, dal 1985 realizza gioielli per numerosi marchi italiani e internazionali oltre a creare pezzi presenti in gallerie d’arte contemporanea a Roma, Londra e New York, e in grandi mostre e rassegne d’arte come la Biennale di Venezia. I suoi gioielli sono ispirati dalla natura e dalle sue forme antropomorfe, abbinando i classici metalli preziosi a materiali alternativi con scelte originali e innovative. Dal 2013 è docente dello IED dove insegna nel corso di laurea triennale e nel Master internazionale in Jewelry Industrial Design.

Raimondo Oliviero, figlio di un artista napoletano del corallo, ha una formazione artistica accademica, ma ben presto inizia a sperimentare il lavoro manuale su gioielli diversi da quelli classici in corallo. Ama le sfide e non esita a usare materiali moderni e tradizionali in un connubio che stupisce. Oggi il suo materiale preferito è il titanio, che lavora con un procedimento molto complesso. I suoi gioielli hanno forme geometriche dai colori vividi con pietre a contrasto con il metallo: diamanti, smeraldi, rubini, coralli, tormaline, cammei.

Roberta Pisanu, sarda, vive e ha il suo laboratorio a Bologna. I suoi gioielli sono micro-sculture interamente realizzate a mano. Usa l’antica tecnica della modellazione in cera persa, unita ad altre lavorazioni contemporanee. Si ispira spesso alla natura della sua Sardegna. La sua passione per l’oreficeria nasce dall’incontro con una filigranista sarda.

Ebi Rahbarian, iraniano, si laurea dapprima in design industriale per entrare più tardi nel mondo del gioiello. La sua precisa e rigorosa manualità, unita alla formazione in design, è influenzata dall’estetica dell’antico impero persiano, con dettagli sognanti, geometrici, astratti. Usa ottone, viti, diaspro, pigne, fili metallici ritorti e intrecciati, esprimendo se stesso e le sue forti emozioni.

Maddalena Rocco, milanese, riconosciuta artista del bulino, che fa di pazienza, lentezza, studio, gli ingredienti di un'arte ispirata ai miti greci da lei riletti in chiave personale. Il suo gesto manuale traccia segni leggerissimi che creano una figura "disegnata" sul metallo, espressiva, unica. Nascono così delicati gioielli e oggetti per la tavola. Il "nautilus", la conchiglia, tipicamente presente nelle Wunderkammer, è il tramite ideale tra queste e l'arte di Maddalena, protagonista di pendenti e anelli, piccoli, meravigliosi mondi da lei ideati e realizzati.

Federico Vianello, veneziano d’origine, vive e lavora a Firenze da oltre quarant’anni. La sua formazione autodidatta lo ha portato ad acquisire competenze e capacità lavorative specifiche ma diversificate: orafo, designer, didatta e operatore visivo.
I materiali utilizzati, insieme all’oro e all’argento, non sono solo quelli della gioielleria tradizionale ma anche il ferro, la plastica, il legno, e tutto quello che stimola la fantasia dell’artefice. Le tecniche, oltre a quelle orafe da banco: il Keum-boo, (antica tecnica coreana), la reticolazione, e il Mokume Gane (antica tecnica giapponese).